Si è aperta il 29 settembre a Milano a Palazzo Reale una mostra “antologica” di Salvador Dalí, il pittore catalano famoso per i suoi baffi a punta, per le sue eccentricità e per la tecnica sapiente e minuziosa (fino al 30 gennaio 2011).
Opinions & news Archive 2009-2018
Giorgio de Chirico: un maestoso silenzio, a cura di Roberto Alberton e Silvia Pegoraro, è partita dalle Scuderie del Castello di Miramare a Trieste (dal 3 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011) ed è poi approdata a Palazzo Magnani di Reggio Emilia (dal 5 marzo al 1 maggio 2011).
E’ noto che ottenere prestiti importanti dai grandi musei e dalle grandi collezioni private internazionali per sedi espositive italiane è molto difficile se non quasi impossibile. Ciò, tuttavia, non giustifica l’imbarazzante mediocrità della mostra di Salvador Dalí allestita al Palazzo Reale di Milano (Salvador Dalí. Il sogno si avvicina, a cura di Vincenzo Trione, Catalogo 24Ore cultura). Ci sono tanti modi per superare l’impasse dei grandi prestiti e per riuscire comunque a mettere in piedi una manifestazione dignitosa o nella quale si possa imparare qualcosa.
A cura di Giovanni Faccenda, è un altro esempio di come, grazie a molte nostre amministrazioni, non esista limite alla degradazione estetica e intellettuale di questo paese. Insignificanti le quattro opere esposte del Maestro di Basilea, giusto per poter aggiungere il suo nome alla mostra. Cinque le opere – si fa per dire – di de Chirico, di cui due sicuramente apocrife. Per il resto dilaga il signor Nunziante che più che un pittore sembra un pastellista da marciapiede.
Curata da Vincenzo Trione, la mostra non ha svolgimento storico cronologico ma si articola per temi, avvalendosi della collaborazione di specialisti come Paola Italia e Nicoletta Cardano. Ristretta la scelta dei quadri, che privilegia gli inediti emersi negli ultimi anni e raffrontati a opere già note e di sicuro impatto visivo. Elegante l’allestimento, e di buon effetto soprattutto nella sezione dedicata al Teatro.
Cliccando qui potete scaricare il file con le ricerche più aggiornate sulle origini e la storia della famiglia Chirico o Kiriko da Ragusa a Costantinopoli (circa 1720 – 1870). Dal volume di Paolo Baldacci di prossima pubblicazione.
Purtroppo, sembra non esserci un limite al proliferare delle mostracce di Giorgio de Chirico e al loro basso livello. Complici amministrazioni comunali e assessorati alla cultura, assetati di apparire ma incapaci di valutare e di scegliere, buoni solo a buttar via i soldi dei cittadini per manifestazioni degradanti che nulla hanno di educativo, anche se paradossalmente finiscono per essere molto istruttive sui meccanismi che regolano il nostro oggi più che mai disgraziato paese.
Ho promesso ai nostri soci e ai nostri lettori di rendere pubblici i principali atti istruttori e processuali della vicenda giudiziaria conclusasi nello scorso luglio, e di altre che mi hanno riguardato in conseguenza del cortese interessamento che la Fondazione de Chirico dimostra per la mia persona fin da quando, nel 1997, mi dimisi dal loro Consiglio Direttivo e dal Comitato per le autentiche lasciandoli liberi di rimodellare la figura artistica e umana di Giorgio de Chirico seguendo un metodo prettamente agiografico e ignorando i risultati della ricerca storica.