Nell’aprile del 1947 Giorgio de Chirico fece sequestrare come falso un dipinto “Piazza d’Italia” datato 1913, appena venduto dalla Galleria del Milione, e appartenente in precedenza alle collezioni Della Ragione, Valdameri e De Angeli Frua. L’episodio, e il processo che ne seguì tra il 1947 e il 1956 (sentenza definitiva della Cassazione) ebbero una risonanza clamorosa in tutto il mondo per la notorietà delle persone coinvolte. L’autore stesso dedica a questa vicenda, nelle Memorie del 1962, uno spazio pari alla metà di quello riservato all’intero periodo 1911-1915 che fu artisticamente il più importante della sua vita.
Opinions & news Archive 2009-2018
In seguito alla pubblicazione in questa rubrica del “Commento” di Paolo Baldacci alla risposta del Professor Picozza alla sua “Lettera aperta”, la Fondazione de Chirico ha provveduto a inserire, nelle copie dell’edizione in lingua inglese del numero 9/10 della rivista “Metafisica”, il seguente trafiletto in calce all’articolo di Paolo Picozza, Betraying de Chirico.
Il 30 marzo scorso, il professor Paolo Picozza, presidente della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, ha riposto alla “lettera aperta” del nostro presidente Paolo Baldacci con una missiva di otto pagine che qui riproduciamo.
Wieland Schmied ci ha lasciati dopo una breve malattia il 22 aprile scorso all’età di ottantacinque anni. Era nato a Francoforte nel febbraio del 1929, ma la famiglia si era ben presto trasferita in Austria inaugurando il suo destino di pendolare dello spirito tra le due nazioni e le due culture di lingua tedesca.
Una considerazione personale di Gerd Roos
1. Si resta sempre sorpresi ogni volta che ci si accorge a quali mezzi alcune persone ricorrono quando vengono loro a mancare gli argomenti per sostenere una discussione. Tra l’altro si assiste alla ripresa del metodo che noi chiamiamo del “Barone di Münchhausen”, cioè della più o meno fantasiosa invenzione di false verità.
Una considerazione personale di Gerd Roos
Paolo Baldacci. IL CATALOGO DI DE CHIRICO, LA FONDAZIONE E I FALSI PERETTI. RISPOSTA A PAOLO PICOZZA
Un vecchio proverbio francese dice: Il n’y a que la vérité qui blesse.
Infatti Paolo Picozza, presidente della Fondazione de Chirico, si è molto arrabbiato per il nostro intervento sui dipinti di Renato Peretti che figurano nel catalogo generale (Notiziario 2013/10) e per l’articolo di Cristina Ruiz su “The Art Newspaper ” dello scorso febbraio.
Da qualche tempo, sul sito della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico appare un comunicato che avverte che il servizio di archiviazione delle opere ritenute autentiche è sospeso fino all’inizio del 2015.
É la conferma di ciò che già si sapeva da varie voci, e cioè che i dissidi interni alla Fondazione sono di nuovo esplosi e hanno bloccato l’attività del comitato per le autentiche, cosa che avviene periodicamente e regolarmente da quando la Fondazione esiste.
L’ultimo numero (triplo) della rivista METAFISICA (2013, nn. 11/13, uscito a fine maggio 2014) dà l’impressione che questo periodico e la Fondazione di cui esso è organo traggano la loro ragion d’essere solo dal fatto che esiste l’Archivio dell’Arte Metafisica.