Nell’aprile del 1947 Giorgio de Chirico fece sequestrare come falso un dipinto “Piazza d’Italia” datato 1913, appena venduto dalla Galleria del Milione, e appartenente in precedenza alle collezioni Della Ragione, Valdameri e De Angeli Frua. L’episodio, e il processo che ne seguì tra il 1947 e il 1956 (sentenza definitiva della Cassazione) ebbero una risonanza clamorosa in tutto il mondo per la notorietà delle persone coinvolte. L’autore stesso dedica a questa vicenda, nelle Memorie del 1962, uno spazio pari alla metà di quello riservato all’intero periodo 1911-1915 che fu artisticamente il più importante della sua vita.
Alla fine di agosto abbiamo ricevuto dalla dottoressa Heidrun Wurm di Amburgo la seguente lettera
In seguito alla pubblicazione in questa rubrica del “Commento” di Paolo Baldacci alla risposta del Professor Picozza alla sua “Lettera aperta”, la Fondazione de Chirico ha provveduto a inserire, nelle copie dell’edizione in lingua inglese del numero 9/10 della rivista “Metafisica”, il seguente trafiletto in calce all’articolo di Paolo Picozza, Betraying de Chirico.
Il 30 marzo scorso, il professor Paolo Picozza, presidente della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, ha riposto alla “lettera aperta” del nostro presidente Paolo Baldacci con una missiva di otto pagine che qui riproduciamo.
L’Archivio dell’Arte Metafisica considera in modo molto positivo lo svilupparsi di dibattiti anche vivaci sui diversi problemi di volta in volta suscitati dalle nostre prese di posizione o interpretazioni in merito alla storia della metafisica stessa o dei suoi protagonisti.
In un contributo scientificamente modesto quanto pieno di livore pubblicato nella rivista “Metafisica”, anno 2010 n. 9/10, stampato nel dicembre 2011 (Betraying de Chirico: la falsificazione della storia di de Chirico negli ultimi quindici anni), Paolo Picozza, prendendo lo spunto dall’uscita del saggio di Gerd Roos nel catalogo della mostra fiorentina di Palazzo Strozzi del 2010, e del nostro volume di Atti del Convegno di Studi sulle origini e gli sviluppi dell’arte metafisica (Milano, ottobre 2010), torna sulla ormai annosa, e direi stantia, questione della data della famosa lettera di de Chirico a Gartz del 26 gennaio 1910.
Il volume appena uscito della rivista “Metafisica”, organo della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, (anno 2010 n. 9/10 stampato nel dicembre 2011), contiene due violenti attacchi al Presidente e al vice Presidente della nostra Associazione, Paolo Baldacci e Gerd Roos: uno a firma di Paolo Picozza e l’altro anonimo, ma chiaramente scritto dallo stesso autore.
Ho promesso ai nostri soci e ai nostri lettori di rendere pubblici i principali atti istruttori e processuali della vicenda giudiziaria conclusasi nello scorso luglio, e di altre che mi hanno riguardato in conseguenza del cortese interessamento che la Fondazione de Chirico dimostra per la mia persona fin da quando, nel 1997, mi dimisi dal loro Consiglio Direttivo e dal Comitato per le autentiche lasciandoli liberi di rimodellare la figura artistica e umana di Giorgio de Chirico seguendo un metodo prettamente agiografico e ignorando i risultati della ricerca storica.
Cliccando qui potete scaricare il file con le ricerche più aggiornate sulle origini e la storia della famiglia Chirico o Kiriko da Ragusa a Costantinopoli (circa 1720 – 1870). Dal volume di Paolo Baldacci di prossima pubblicazione.
Purtroppo, sembra non esserci un limite al proliferare delle mostracce di Giorgio de Chirico e al loro basso livello. Complici amministrazioni comunali e assessorati alla cultura, assetati di apparire ma incapaci di valutare e di scegliere, buoni solo a buttar via i soldi dei cittadini per manifestazioni degradanti che nulla hanno di educativo, anche se paradossalmente finiscono per essere molto istruttive sui meccanismi che regolano il nostro oggi più che mai disgraziato paese.
A cura di Giovanni Faccenda, è un altro esempio di come, grazie a molte nostre amministrazioni, non esista limite alla degradazione estetica e intellettuale di questo paese. Insignificanti le quattro opere esposte del Maestro di Basilea, giusto per poter aggiungere il suo nome alla mostra. Cinque le opere – si fa per dire – di de Chirico, di cui due sicuramente apocrife. Per il resto dilaga il signor Nunziante che più che un pittore sembra un pastellista da marciapiede.
Curata da Vincenzo Trione, la mostra non ha svolgimento storico cronologico ma si articola per temi, avvalendosi della collaborazione di specialisti come Paola Italia e Nicoletta Cardano. Ristretta la scelta dei quadri, che privilegia gli inediti emersi negli ultimi anni e raffrontati a opere già note e di sicuro impatto visivo. Elegante l’allestimento, e di buon effetto soprattutto nella sezione dedicata al Teatro.
Giorgio de Chirico: un maestoso silenzio, a cura di Roberto Alberton e Silvia Pegoraro, è partita dalle Scuderie del Castello di Miramare a Trieste (dal 3 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011) ed è poi approdata a Palazzo Magnani di Reggio Emilia (dal 5 marzo al 1 maggio 2011).
E’ noto che ottenere prestiti importanti dai grandi musei e dalle grandi collezioni private internazionali per sedi espositive italiane è molto difficile se non quasi impossibile. Ciò, tuttavia, non giustifica l’imbarazzante mediocrità della mostra di Salvador Dalí allestita al Palazzo Reale di Milano (Salvador Dalí. Il sogno si avvicina, a cura di Vincenzo Trione, Catalogo 24Ore cultura). Ci sono tanti modi per superare l’impasse dei grandi prestiti e per riuscire comunque a mettere in piedi una manifestazione dignitosa o nella quale si possa imparare qualcosa.
Il 28 e 29 ottobre 2010 si terrà a Milano il convegno di studi Milano e Firenze 1909-1911 e 1919-1922. Origini e sviluppi dell’arte metafisica.