Le fonti visive nell’opera di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio
La Storia dell’Arte non può prescindere da una continua e approfondita ricerca di quelle che per ogni artista sono state le fonti visive, siano esse spettacoli naturali, costruzioni create dall’uomo, altre opere d’arte o manufatti di ogni genere e tipo. A questo tipo di ricerca si accompagna di solito l’analisi delle influenze stilistiche tra i vari autori e soprattutto l’esame del rapporto di funzionalità tra la fonte prescelta e le intenzioni ultime dell’artista, vale a dire la sua poetica o ideologia creativa. Fin dalla sua fondazione, l’Archivio dell’Arte Metafisica ha promosso ricerche su vari aspetti dell’arte di Giorgio de Chirico, di suo fratello Alberto, di Carlo Carrà e di altri artisti che hanno influenzato o sono stati influenzati dai protagonisti di questo movimento. Sia nei contributi alla rivista “Studi OnLine”, sia nei fascicoli in corso di pubblicazione del Catalogo Ragionato, si possono trovare testi e illustrazioni che documentano le principali fonti iconografiche dei dipinti esaminati, da quelle più antiche a quelle recenti (vedute naturali, architettura, scultura, quadri, affreschi, réclames e oggetti comuni). La decisione di Gerd Roos di proseguire in modo più sistematico la ricerca già da lui avviata nel 2007 in occasione della mostra di Palazzo Zabarella a Padova, dipende dal fatto che – come si può facilmente constatare – il principale filo rosso che lega tutti i diversi periodi dell’arte di de Chirico, e che a sua volta collega la metafisica di Savinio a quella del fratello, è proprio quello della prefabbricazione delle immagini, della citazione e dell’appropriazione. Tema, questo, che non può separarsi da un serio confronto, che ci auguriamo possa avvenire in altre sedi, con analoghe pratiche che, soprattutto attraverso il Surrealismo, hanno interessato gran parte dell’arte del Novecento e di quella contemporanea. Al livello di conoscenza e di documentazione che si è oggi raggiunto pensiamo che questo ambito di ricerca sia quello finora meno esplorato ma più importante per consentire un giudizio storico critico aggiornato e complessivo sull’arte di Giorgio de Chirico e di Alberto Savinio. Si tratterà dunque di capire e delineare il modo in cui, in vari periodi ma costantemente, i due fratelli si servirono di immagini prelevate da altri contesti, il grado di consapevolezza e di ironia con cui lo fecero, e fino a che punto questa pratica sia stata funzionale a un’ideologia artistica e indipendente, almeno per quanto riguarda de Chirico, dalle esigenze produttive del mercato.
La presente indagine ha lo scopo di fornire materiali utili per una discussione critica su questi temi.
P.B.