La vicenda artistica e personale di de Chirico è uno dei problemi irrisolti nella storia della cultura del XX secolo. Nessuno dei grandi protagonisti che lasciarono il segno nei trent’anni che vanno dal 1909 alle soglie della seconda guerra mondiale, è così difficile da conoscere, da capire e da interpretare. De Chirico, come ha recentemente scritto Wieland Schmied, non ha fatto altro per tutta la vita che spargere false tracce e falsi indizi su di sé, sulle sue origini e sulla genesi della sua opera. Le indagini sulla sua persona le considerava come sguardi indiscreti che lo turbavano nel profondo e, invece che aiutarle, le ha ostacolate e depistate.
Alla fine del 2008 apparve in libreria, edito da Bompiani, il primo volume della edizione critica degli “Scritti” di Giorgio de Chirico, a cura di Andrea Cortellessa. Raccontiamo come ci fu impedito di pubblicare, sia sulla stampa nazionale sia su riviste scientifiche, un motivato intervento critico su quest’opera:
Paolo Baldacci – Gerd Roos, Il divieto di critica. Il caso dell’edizione Bompiani degli “Scritti” di Giorgio de Chirico.
Il 9 aprile 2010 si è inaugurata a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, la mostra La natura secondo de Chirico, a cura di Achille Bonito Oliva (aperta fino all’ 11 luglio 2010). La mostra propone 143 opere del maestro divise per gruppi tematici e disposte in ordine diacronico (solo 9 le opere del periodo metafisico).